Retiambiente e il progetto WASTE-TO-BAG

Retiambiente e il progetto WASTE-TO-BAG

Un progetto che coniuga tutela ambientale e scienza: è questo il concetto principale del progetto WASTE-TO-BAG, intrapreso da Retiambiente e finalizzato ad una sempre più spiccata salvaguardia dell’ambiente.

Si tratta di un progetto volto alla produzione di sacchetti biodegradabili per la raccolta dei rifiuti organici (FORSU), realizzati con biopolimeri PHA (poliidrossialcanoati), capaci di degradarsi completamente negli impianti di compostaggio oggi in funzione. I PHA sono polimeri termoplastici di tipo poliestere ottenuti tramite sintesi batterica in specifiche condizioni. Questi materiali vengono successivamente degradati dai microrganismi presenti nel suolo, nell’acqua e negli ambienti marini, trasformandosi in sostanze semplici come acqua, anidride carbonica e biomassa. Una caratteristica distintiva dei PHA è che, a differenza di altri materiali compostabili, non generano microplastiche. Compostati insieme a residui organici lignocellulosici e fibre naturali, producono un compost di alta qualità, utile per migliorare la fertilità dei terreni.

Nella fase iniziale, il progetto prevede l’impiego di PHA commerciali, eventualmente arricchiti con scarti biodegradabili locali provenienti dalla Regione Toscana, al fine di ridurre i costi e aumentare la compostabilità del materiale. I composti ottenuti verranno lavorati tramite estrusione a bolla per creare film tubolari, successivamente trasformati in sacchetti. Le prestazioni dei prodotti saranno valutate sotto due aspetti:

  • ambientale, mediante test di biodegradazione anaerobica e di compostabilità;

  • fisico-meccanico, verificando la resistenza e le proprietà del materiale, così da ottenere risultati comparabili ai sacchetti oggi in commercio a base di resine biodegradabili.

L’attuale dipendenza da fornitori esteri di PHA comporta costi elevati e un impatto ambientale significativo. Per ovviare a questo problema, WASTE-TO-BAG punta a sviluppare una filiera locale di produzione di PHA, utilizzando la stessa FORSU come materia prima. Il processo prevede l’inoculazione della FORSU con microrganismi selezionati provenienti da impianti di digestione anaerobica, al fine di ottenere acidi grassi volatili (VFAs), che verranno poi trasformati in PHA da ceppi batterici specifici. Questo ciclo virtuoso consente di trasformare un rifiuto in una risorsa, promuovendo concretamente i principi dell’economia circolare.

Il progetto comprende diverse fasi di sperimentazione, dalla scala di laboratorio fino alla realizzazione di un bioreattore prototipo da 100 litri, con attenzione alla variabilità stagionale della FORSU. In parallelo, verranno studiati metodi di estrazione e purificazione del PHA, in vista di future applicazioni industriali.

In sintesi, WASTE-TO-BAG rappresenta un modello innovativo e sostenibile che unisce ricerca scientifica, tutela ambientale e sviluppo economico locale, contribuendo alla valorizzazione dei rifiuti organici e alla salvaguardia del pianeta.

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